Brunello di Montalcino
Il Brunello di Montalcino è un vino rosso a Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) prodotto in Toscana,
nel territorio del comune di Montalcino in provincia di Siena.
Il "Brunello di Montalcino" è ottenuto da uve di Sangiovese, un vitigno chiamato tradizionalmente, a Montalcino, "Brunello".
Il disciplinare di produzione stabilisce che la produzione massima di uva per ettaro sia inferiore a 80 q.li/ha (circa 52 hl./ha di vino).
Regola l'immissione in commercio che avviene il I° gennaio del quinto anno dopo la vendemmia.
Durante questo lungo periodo, il vino deve trascorrere almeno due anni in botte di legno
e almeno quattro mesi di affinamento in bottiglia. Il periodo di conservazione in bottiglia cresce fino a sei mesi
per il tipo riserva che entra in commercio un anno dopo.
L'eleganza e il corpo armonico del vino permettono
abbinamenti con piatti molto strutturati e compositi quali le carni rosse,
la selvaggina da penna e da pelo, eventualmente accompagnate da funghi e tartufi.
Trova abbinamento ottimale anche con piatti della cucina internazionale a base di carni o con salse.
Il Brunello è anche vino da abbinamento ottimale con formaggi: tome stagionate e formaggi strutturati.
Inoltre, per le sue caratteristiche, è godibile anche quale vino da meditazione.
Il vino Brunello di Montalcino deve essere servito in bicchieri dalla forma ampia, al fine di poterne cogliere l'aroma
composito ed armonioso. Dovrà essere servito ad una temperatura di circa 18 °C - 20 °C.
Nobile di Montepulciano
Zona di produzione: comune di Montepulciano, tranne la parte bassa della Val di Chiana. I terreni sono di origine pliocenica
ad un' altitudine compresa fra i 250 e i 580 metri s.l.m..
La storia di Montepulciano (di origini etrusche) è da sempre intimamente legata alla fama delle sue vigne e del suo vino.
Fin dalle sue origini remotissime Montepulciano fonde con il vino la sua storia come testimonia una kylix (tazza da vino)
rinvenuta nel 1868, insieme a numerosi oggetti in bronzo in una tomba etrusca nei pressi di Montepulciano.
Chianti Classico
Presente con una percentuale che da un minimo dell’80% può giungere fino al 100%, il Sangiovese è la vera anima
del Chianti Classico. Si tratti di terreno o di clima, il Sangiovese è un’uva molto sensibile ai fattori esterni
ed è davvero difficile individuare un altro vitigno che sappia così bene interpretare le caratteristiche di un
suolo e modificare i propri profumi a seconda del terreno in cui nasce. Così, un bouquet floreale rimanda alle
arenarie, l’aroma di frutti di bosco al calcare e il profumo di tabacco fresco al tufo, ma sempre, quale che sia
la zona di origine, si deve ritrovare quel sentore di viola mammola che lo stesso disciplinare di produzione
individua come elemento caratterizzante e specifico del Chianti Classico.
Nei primi anni di vita, il Chianti Classico è profumato, fruttato, rotondo e presenta un colore rubino brillante.
Ma il Sangiovese è un’uva da medio-lungo invecchiamento e, se utilizzato in percentuale molto elevata o in purezza
come è previsto per il Chianti Classico, può dare vita a prodotti di grande corpo e notevole complessità,
capaci di affrontare non pochi anni di invecchiamento.
Naturalmente, a stabilire la qualità finale del prodotto concorrono vari fattori: è di grande importanza l’andamento
stagionale, che nelle annate migliori garantisce una maturazione perfetta e omogenea delle uve, ma anche il lavoro
dell’uomo in vigna, sia durante le fasi colturali che in vendemmia.
Dell’intera produzione di Chianti Classico, un 20% circa viene oggi destinato alla Riserva, vino dal colore rosso
cupo tendente al granato, dal profumo di spezie e piccoli frutti di bosco, dalla struttura importante, elegante
e vellutato. Le uve migliori vengono destinate alla Riserva fin dalla vendemmia e le loro proprietà si arricchiscono
quando conoscono i legni. Un tempo si utilizzavano grandi botti in castagno o rovere, oggi si preferisce ricorrere
a contenitori di rovere di più modeste dimensioni, che accelerano i processi evolutivi e permettono maggiori cessioni
dei loro aromi nel prodotto. Il vino soggiorna nel legno per un periodo più o meno lungo a seconda delle dimensioni
della botte, poi affronta l’ultimo passaggio prima di entrare sul mercato, l’affinamento in bottiglia.
Canaiolo Nero
Il vitigno Canaiolo Nero è diffuso soprattutto nell'Italia centrale, utilizzato nella produzione di diversi
vini DOC e DOCG. In particolare viene utilizzato per conferire morbidezza al Chianti, affiancandolo al Sangiovese.
Oltre che nel Chianti, il canaiolo viene utilizzato, quasi esclusivamente in assemblaggio, anche per
diversi vini dell'area del centro Italia.
Morellino di Scansano
Zona di produzione: la fascia collinare della provincia di Grosseto tra i fiumi Ombrone e Albegna, che include l'intero territorio
amministrativo del comune di Scansano e parte dei territori comunali di Manciano, Magliano in Toscana, Grosseto, Campagnatico,
Semproniano e Roccalbegna, nella provincia di Grosseto.
La "storia" del Morellino è legata a quella delle colline nell'entroterra della Maremma che si prestano da sempre alla coltivazione
della vite. La tutela dell'ambiente risale alla civiltà degli Etruschi e arriva ai giorni nostri con tradizioni forti e intatte. Con una piovosità costante e concentrata soprattutto nel periodo autunno-primaverile, con le colline che lasciano filtrare il tepore delle brezze marine accompagnate dal sole all'interno delle valli comprese tra l'Ombrone e l'Albegna, le condizioni per la maturazione delle uve sono le migliori.
L’antica origine del vino di Scansano è comprovata da documenti storici del XII secolo, che lo citano per “eccelsa bontà”.
Nel 1812, erano prodotti nella zona di Scansano, ben 5.540 hl di vino di cui una parte classificata di “qualità superiore”.