VINI BIANCHI LOMBARDIA
Lugana
La denominazione Lugana valorizza il vitigno autoctono bresciano e veronese Trebbiano di Soave,
un vitigno della famiglia dei Trebbiano di qualità superiore rispetto ai suoi parenti.
Distribuita su entrambe le provincie, è una delle poche denominazioni che riguardano esclusivamente
i vini bianchi, prodotti su un territorio particolarmente ricco e nutritivo per i vigneti.
Produce tutte le tipologie di vino bianco, dal secco tranquillo al dolce passito, passando per i vini mossi.
Sono vini eleganti e di qualità, che abbracciano una ampia gamma gastronomica, che accompagnano cene
di una certa rilevanza.
Oltrepò Pavese
La denominazione Oltrepò Pavese ha già quaranta anni di vita, e coinvolge una vastissima produzione
di vini, con molte varietà di uva utilizzate. Negli ultimi anni ha “perso” la tipologia dello spumante
ottenuto con il metodo classico che ha ottenuto una sua propria denominazione, ma mantiene comunque una
produzione di buona qualità, anche se forse il disciplinare è troppo elastico, e la produzione viene
divisa in troppe tipologie.
Questo fa si che la denominazione si perda un po tra le tantissime etichette, e le aziende fanno
fatica ad emergere nel panorama nazionale. Molte cercano di produrre l'intera gamma che però prevede
ben ventisette tipologie diverse. I vini al momento risultano di discreta qualita, ma restano confinati
al consumo da tavola quotidiano, e nessuna delle cantine produttrici riesce ancora a produrre delle
eccellenze che potrebbero far decollare l'economia vinicola dell'intera zona. Sarebbe forse il caso
di iniziare a dividere più specificatamente la denominazione, come si è fatto nel caso
del Metodo Classico, passato alla sua DOCG, fatto che ha certamente giovato al vino.
VINI ROSSI LOMBARDIA
Nebbiolo o Chiavennasca
Lo stesso scenario di ripidi terrazzamenti intagliati tra le montagne, si ha in Valtellina,
l’unico vero baluardo del Nebbiolo, qui chiamato Chiavennasca, al di fuori del Piemonte.
Anche in questo caso stiamo parlando di una produzione di nicchia. Il fatto che l’affinamento minimo
sia di soli 25 mesi ci fa capire che le uve non hanno e non puntano alla stessa ricchezza polifenolica di quelle piemontesi,
ma compensano in acidità e profondità di profumi grazie ad una escursione termica notevole.
Da ovest ad est abbiamo il Sassella, il vino di punta, dai tratti molto fini, Grumello fresco e con note minerali,
l’Inferno che forse è il più robusto e scorbutico, e infine il Valgella, più leggero, con tanti fiori.
Ottimo anche lo Sforzato di Valtellina, Sfurzat, vino prodotto dai migliori grappoli raccolti e poi fatti
appassire per tre mesi sui graticci, a cui segue una lunga vinificazione per estrarre tutto il possibile
dalle bucce di Nebbiolo e almeno 12 mesi di affinamento in botte
.
Da notare i nomi molto evocativi dei vini, che richiamano le fatiche a cui i contadini si devono sottoporre.